La Juventus pareggia a Benevento e lascia per strada, per l’ennesima volta, due punti preziosi per la corsa allo Scudetto, che, in una stagione strana come quella che stiamo vivendo, passa soprattutto dalle vittorie con le squadre di bassa o media classifica.

I bianconeri partono bene nel primo tempo, passano in vantaggio con Morata ed hanno anche diverse occasioni per chiudere la partita, alcune incredibilmente sprecate (vedi Dybala che tira fuori dopo una splendida azione corale). Poi, come solitamente accade, subisce un gol su una ’palla’ che sembra casuale ma non lo è. Una serie di errori dei bianconeri, soprattutto nella gestione della palla, porta all’eurogol di Letizia.

Ed è qui che viene il bello! La Juve si trasforma in un brutto anatroccolo e il cigno visto nel primo tempo scompare magicamente. Nella ripresa manca la lucidità e il ‘killer instinct’ per tornare in vantaggio e così i bianconeri portano a casa l’ennesimo pareggio.

Non è la prima volta, però, che in questa stagione la Juve appare incapace di fare sua la partita. Era già successo con Crotone, Verona, Lazio e in parte con lo Spezia, quando era servito Cristiano Ronaldo a svegliare la Vecchia Signora.

Ecco! CR7. È di moda dire che la Juve è Ronaldo-dipendente. In effetti, senza l’asso portoghese, i bianconeri hanno vinto solo a Kiev in Champions. Ma anche pochi giorni fa con il Ferencvaros la vittoria era arrivata a pochi minuti dalla fine e Ronaldo era in campo.

Dunque è il caso di ricorrere al classico ‘dubbio amletico’.

Ronaldo o non Ronaldo: (non) è questo il problema”. CR7 è solo un alibi, che Pirlo ha preferito non prendere in considerazione. Ed ha fatto benissimo perché a Benevento non si può e non si deve aver bisogno di CR7 per vincere e tutti, in cuor proprio, sanno che è così. La Juve ha sempre dominato in Serie A, anche quando non aveva Ronaldo. Di certo avrebbe fatto comodo ai bianconeri e sicuramente avrebbe aiutato a conquistare i tre punti. È troppo facile però dire “La Juventus è Ronaldo-dipendente”. Il problema sembra risolto ma non è così!

Pirlo ha parlato giustamente di gestione dei momenti e personalità. Effettivamente questo manca alla Juve e il giovanissimo allenatore bianconero deve insistere su questo. La squadra è giovane e paradossalmente la troppa voglia di fare spesso non aiuta. In alcuni momenti anche calciatori con talento, come Chiesa e Kulusevski, vogliono strafare e finiscono per fare errori grossolani.

Non è una questione tecnica o tattica, come piace sottolineare ai fan di Allegri, che ad ogni pareggio o sconfitta della Juve viene rievocato come fosse una divinità. Anche il caro Max, nel corso delle sue 5 stagioni, ha affrontato momenti di difficoltà: nel 2015/16 alla decima giornata la Juventus aveva 12 punti ed anche in quel caso c’erano stati alcuni cambiamenti dopo la finale di Champions persa contro il Barcellona.

Discorso a parte per Dybala: nella scorsa stagione il 10 bianconero ha mostrato di essere leader e ha trascinato la squadra, segnando gol importanti in sfide delicate. Quest’anno, a causa anche dell’infortunio che l’ha tenuto fuori per mesi, Dybala si è un po’ perso e non riesce ad incidere come dovrebbe.

Le uniche note positive sono Morata, che segna a raffica, e De Ligt, il vero leader della squadra.

Il Mister ha bisogno di tempo e la società lo sa da sempre, fin dal momento in cui è stato ingaggiato. Esonerare Pirlo sarebbe una sconfitta soprattutto per i dirigenti bianconeri, che secondo me sono gli unici meritevoli di una critica: forse hanno osato troppo, facendo una vera e propria rivoluzione nell’anno in cui i tifosi si aspettavano di vincere il decimo scudetto di fila e fare l’ennesimo record.

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